Nebbia

nebbia autunno

“La nebbia agl’irti colli piovigginando sale…” è una poesia che mi rimbalza nella mente, fin dai lontani tempi della scuola, non appena quella plumbea coltre cala sulla valle Padana.

Oggi veramente la si sarebbe potuta considerare più una “foschia”, ma l’effetto è egualmente autunnale, quasi invernale, con i lampioni che baluginano a fatica, rompendo a malapena il buio calato precocemente sulla campagna intorno alla strada asfaltata.

D’altra parte siamo a fine novembre ed è inevitabile che l’umidità crei quella rada o fitta cortina… eppure, nonostante tutto, anche la nebbia ha un suo fascino: riduce tutto ad una fotografia in bianco e nero, senza altri colori ad attrarre lo sguardo.

Se doveste passare vicino allo Staffora non vedreste quasi nulla dell’altra sponda, ma sentireste solo il suo incessante mormorio, il trillo rauco di qualche solitario uccello acquatico e il battito del vostro cuore.

La nebbia evoca fantasmi, sinistri racconti di Sherlock Holmes, e con l’umidità che penetra fin nelle ossa, fa desiderare il fuoco di un caminetto acceso, il calore della casa e di solito fa affrettare il passo nella sua direzione.

Però c’è anche qualcuno che afferma come la nebbia sia positiva, evocativa, amica quasi, perché costringe le macchine a rallentare la corsa, a fare meno rumore, quasi come se lei ci volesse invitare a muoverci in punta dei piedi.

Per me è l’insieme di tutte queste cose, e l’accetto come qualunque altra manifestazione atmosferica: pioggia, vento, neve, brina o rugiada, ma non arrivo certo ad amarla.

Forse è perché io l’ho conosciuta solo da quando vivo in Oltrepo e quando mi ci trovo in mezzo mentre guido, la rispetto, perché ne riconosco anche la pericolosità.

Mi ricorda quando circa un quarto di secolo fa dovevo affrontarla quasi ogni sera in questo stesso periodo, tornando a Pavia col mio primo marito e quando arrivavo sul ponte del Po, la si poteva tagliare a fette tanto era densa… eppure c’era sempre qualcuno che mi superava… senza dubbio qualche milanese!

Libri consigliati da leggere in giornate “di nebbia”: