Le caldarroste in casa

caldarroste

L’autunno in Val Padana non è solo tempo di nebbie o dell’accensione di stufe e caminetti per combattere il freddo umido, tipico della piana.

Questa è anche una delle stagioni più colorate dell’anno e basta guardare le chiome degli alberi tingersi di giallo brillante, di arancione, di viola o amaranto, di rossi squillanti, per rendersene conto.

E’ tempo di funghi prelibati, di mosti nei tini a fermentare, prima di diventare degli ottimi vini, ma anche di quell’inconfondibile profumo di castagne arrostite che si spande nell’aria intorno al padellone bucherellato del caldarrostaio.

Quel cartoccetto che ti consegna non scalda solo le mani intirizzite dai primi freddi, ma anche il cuore e mentre sbucci quei frutti dalla loro corteccia bruciacchiata ti sembra di tornare all’infanzia.

Pochi sanno che è possibile ottenere lo stesso risultato anche in casa, senza peraltro invadere la casa di fumo, e in fondo il trucco è semplice: si devono incidere le bucce delle castagne, dalla parte rigonfia, con un coltellino a lama corta; si dispongono sul fondo di una casseruola d’acciaio (che non sia antiaderente), al massimo in due strati; si coprono con un sacchetto da pane per assorbire l’umidità e poi con il normale coperchio.

Si scuotono di tanto in tanto gentilmente, senza scoprirle, per una decina di minuti.

Controllare quando la buccia è abbrustolita e gustare con un bel bicchiere di Sciacchetrà, il vino novello di questo periodo dell’anno e buon appetito!